BIOGRAFIA
Roberto Dolzanelli, nato a Gussago (Brescia) nel 1957, si forma all’Accademia di Belle Arti di Brera. Inizia ad esporre nel 1985 con personali e collettive in gallerie e spazi pubblici in Italia e all’estero.
Rilevante è la sua attività di ideatore e socio fondatore di spazi d’arte contemporanea alternativi: “L’Aura” (1992 a Brescia); “Campoblu” (Milano 1994); “Primopiano” (Brescia 1995). E’ ideatore e socio fondatore della LABA, Libera Accademia di Belle della quale è direttore fin dalle origini (1999).
E’ fondatore di LABA Douala, in collaborazione con COE, LABA e LABA Trentino.
E’ presidente della Kosovo Art Academy. Vive e opera a Brescia.
E’ dell’umanità che parlano le opere dell’artista, di fronte ai problemi di un tempo travagliato. Dolzanelli utilizza tutti i linguaggi della contemporaneità: video, fotografia, performance, installazioni.
Figure femminili si propongono nella loro innocenza e nudità; appaiono spesso minacciate da presenza esterne, oppure sono investite dai simboli che riportano al dramma dell’uomo. Roberto Dolzanelli parla della sua (e nostra) fragilità, del nostro essere inseriti spesso inconsapevolmente nel flusso ordinario dell’esistenza in cui ci si scopre soli; è un viaggio nella spiritualità quello in cui egli si identifica; la sua arte esprime non soltanto la tensione di natura religiosa, ma anche quella tensione sociale che lo ha condotto agli aspetti pubblici del suo agire e rimanda all’insegnamento di Beuys. Da qui l’essenzialità come purezza, in un incontro che ha il sapore dell’assunzione, per ogni uomo, di una parte del dolore del mondo. Eppure la tragedia è contenuta e sempre si avverte la tensione verso la classicità e leggerezza. L’immagine è nitida, senza aggiunte: un piano d’appoggio che non vuole aggettivi, un cielo limpido, installazioni al contempo allarmanti e giocose. Prosecuzione ideale di un percorso, che attraverso la mise en scéne della figura femminile adolescente, minacciata ma salva, dà voce alla speranza.
Opere nello spirito beuysiano
In Roberto Dolzanelli arte e vita hanno sempre coinciso: mai l’artista ha separato la creazione dell’opera dal suo aspetto sociale. Questa attenzione lo ha condotto alla creazione, fin dai primi anni Novanta, insieme ad altri artisti, di spazi culturali innovativi (l’Aura, Campoblu, Primopiano): con l’intento di riflettere intorno al senso del fare artistico, proponendo una valida alternativa al sistema commerciale dell’arte, già allora dominante.
Significativa l’ideazione dell’operazione Nell’ora vespertina a Campoblu nel 1995, che coinvolse più di cinquanta artisti. L’operazione consisteva nell’illuminare al crepuscolo la vetrina della galleria, in modo da rendere fruibile ai passanti le opere che con regolarità si alternavano in questa galleria-sulla-strada. L’arte non aspettava il pubblico: andava verso le persone.
Dopo un periodo dedicato agli spazi alternativi, Dolzanelli nel 1999 ideò la Libera Accademia di Belle Arti LABA a Brescia. L’idea nacque dal desiderio di creare una istituzione libera (si può già intuire il concetto dal logo da lui creato, che rappresenta il nome della LABA all’interno di un cerchio diviso in due sezioni a rappresentare il cielo è la terra: con la lettera L che campeggia grande e che delimita l’orizzonte). Dolzanelli seppe creare un luogo nuovo, totalmente libero, pieno di armonia e sinergia fra tutti i collaboratori, ispirandosi al grande esempio di Olivetti.
Inventò i “Quaderni della LABA” per consentire ai docenti di pubblicare le loro ricerche e promosse gli “Incontri con l’artista”, invitando i maggiori esponenti dell’arte e della cultura a vantaggio degli studenti dell’accademia e della cittadinanza. Funzionale all’accademia fu l’apertura di spazi espositivi: Spazio LABA, Alba Area Gallery divennero fondamentali per le esposizioni di studenti e docenti insieme ad artisti ospiti. Istituì la scuola di arte drammatica, realizzando un piccolo teatro e inaugurò il master di primo livello in arte terapia, fra i primi in Italia, oltre al dipartimento di fotografia, primo in Italia. Fu determinante nel far nascere i distaccamenti di LABA Firenze, LABA Rimini e LABA Douala in Camerun, in collaborazione con il Coe. Nel 2016 ideò e creò, insieme al figlio Ludovico, la Novalis Open School, una scuola dedicata al grande poeta tedesco Novalis “là dove ci sono bambini si ritorna all’età dell’oro “: una scuola innovativa dove il gioco, la creatività e la libertà sono gli elementi e gli ingredienti fondamentali. Ultimo progetto di quest’anno è l’ideazione dell’associazione Florenskij, con il fine di creare un luogo di ricerca nel quale arte scienza e religione si possano incontrare per una possibile sintesi, per fare nascere una nuova visione e concezione di sé e del mondo, in un momento particolarmente drammatico come quello che stiamo vivendo. Il lavoro di Dolzanelli è stato ed è un esempio di come arte e vita si possano conciliare nel senso della “plastica sociale” promossa da Beuys.
Giorgio Bertelli.