Al tempo della luce che verrà. Per una nuova comunità di artisti. Quale futuro per l’arte?

Questa mia riflessione parte dalla frase che feci scrivere a mio figlio di sette anni sul muro di una galleria di Milano nel 1995: “Vi è una sola verità: il Cristo. L’arte dovrà essere ricondotta a Lui: questo il mio sforzo la mia speranza. Oggi, ancora più di ieri, mi conferma che il futuro dell’arte dovrà andare in questa direzione. Oggi viviamo in un tempo finito; siamo tutti chiamati a decidere in che tempo nuovo vogliamo entrare. È il tempo nel quale ognuno di noi dovrà scegliere se essere libero o suddito, in quanto il tempo nuovo nel quale siamo entrati si dividerà. Vi è la possibilità di ascendere ad una nuova umanità dotata di anima cosciente che si eleverà sempre più verso l’uomo nuovo temprato dalla luce di Cristo e sussiste il forte rischio che un’altra parte dell’umanità proceda verso l’abisso in una sorta di sub-natura, animalizzandosi sempre più. Rendendoci sempre più simili a macchine. È evidente che è in atto una separazione, vorrei dire una lotta in campo, fra due forze: una cristica, che non si impone e ci lascia liberi , ed un’altra infingarda ma potentissima che si impone con l’astuzia e che già opera da molto tempo attraverso forze anticristiche. In questo nuovo scenario l’arte avrà un compito fondamentale, più importante di qualsiasi altra disciplina, filosofica letteraria musicale o religiosa, in quanto le riassumerà tutte. Avrà in sé sia la scienza che la religione. L’artista in questo nuovo tempo sarà colui che ci indicherà la nuova via che è essenzialmente una via di libertà, di bellezza, di verità e di socialità. Anche qui si creeranno due schiere di artisti: una che incarnerà le forze della verità e l’altra le forze dell’inganno che si contrapporranno. E’ già quello che accade all’interno del sistema dell’arte e della cultura di regime dominata da un pensiero unico, in quanto gli ostacolatori conoscono bene l’importanza dell’arte per l’uomo futuro: per questo motivo stanno impedendo che si realizzi la trasformazione in un’arte nuova vivificata. Le forze avverse all’arte operano da tempo con grande arguzia per trasformare l’umanità in una società meccanizzata materialista, puramente tecnologizzata. Se pensiamo a tutto il secolo breve appena trascorso, vediamo queste forze avverse attive al massimo grado non solo nell’ambito scientifico tecnologico e atomistico,responsabili di una visione e concezione sempre più materialistica e nichilistica, e puramente quantitativa della vita, ma determinanti nelle creazione di una nube cancerogena su tutto il pianeta, ottenebrando le menti di uomini che produssero cose ignobili e terribili, che noi tutti conosciamo. Oggi naturalmente le forze avverse usano altri metodi, molto più sofisticati e meno invasivi e visibili, ma ancora più spietati perché operano nell’ombra e nel consenso dettato dal pensiero unico dominante: non hanno più bisogno di armi di distruzione di massa. Oggi l’intento è quello di colpire il corpo come pura sostanza biochimica sulla quale intervenire mediante sostanze biogenetiche che possono anche modificare il nostro DNA, rendendoci quindi più deboli e più predisposti ad ammalarci, ma ancor di più annientare soprattutto l’anima e lo spirito. Indebolendo il pensare, il volere e il sentire, riducendo l’uomo ad una specie di larva, ad un automa. Questo programma diabolico viene introdotto fin dall’infanzia, paralizzando le facoltà immaginative, creative e spirituali in divenire attraverso un insegnamento basato su concetti astratti che tende a sradicare la parte più fantasiosa del bambino che è quella che, se conservata, lo guida per tutta la vita e lo rende libero, alimentando una competizione fra i ragazzi. L’abuso e l’uso distorto delle nuove tecnologie e la televisione, i cellulari, la rete, i videogiochi sempre più potenti e violenti riducono i giovani utenti ad una totale passività, togliendo loro ogni forza di volontà e, sottraendoli ad una vera socialità, finendo per far confondere in loro ciò che è virtuale con ciò che è veramente reale. Queste sono le tre grandi ombre elettromagneticamente velenose fatte calare dall’anticristo per addormentare l’umanità per poterla meglio governare. Queste tre ombre hanno già prodotto tre grandi malattie: una sul piano fisico, una sul piano psicologico, attraverso una antipedagogia che sottrae tutto ciò che può sviluppare l’elemento del sentire animico. E, infine, attraverso la tecnologia,si persegue l’eliminazione dell’elemento spirituale, il pensiero come coscienza di sé e la volontà, rendendo i giovani di fatto privi di iniziativa, con l’intento di renderli sempre piu funzionali al sistema. Naturalmente il grande ostacolatore che già opera da tempo apparirà come il sommo benefattore: un salvatore buono, amorevole, desideroso di perseguire il nostro bene. Si legga L’anticristo di Soloviev, che in nome della gaia scienza e della santissima tecnica grazie ai sieri benedetti della nuova medicina ci esorteranno a non avere più timore di nulla: sarà la nuova religione che ci cura e ci salva dai virus maledetti e da tutte le malattie presenti e future, che ci renderà la vita più facile, quasi immortale: non dovremo più faticare a pensare: in cambio ci sarà richiesto solo un po’ di obbedienza, si preoccuperanno di soddisfare i nostri desideri, le nostre passioni, le nostre deviazioni. E avremo la sensazione di sentirci liberi. Regaleranno l’intelligenza artificiale: i robot, le nuove nanotecnologie sempre più sofisticate per renderci la vita meno dolorosa, meno faticosa, agiranno pesantemente, ma sempre per il nostro bene, per toglierci tutto ciò che può indurci a sofferenza; e per i più poveri provvederanno con un reddito di cittadinanza universale. Il mantenimento del puro aspetto chimico-biologico della nuda vita: che vogliamo di più? Ecco perché l’arte rivestirà una importanza fondamentale per il futuro: perché sarà una forza risanatrice: e questo è un elemento molto pericoloso per Arimane: ecco perché vorrà poterla governare, per diventare lui l’ispiratore. È così che per la prima volta lo vediamo forse all’opera già nella seconda parte della vita di Nietzsche, ispirandogli lo scritto l’Anticristo e Ecce Homo, in un momento di ottenebramento dal quale non si riprenderà più. Da allora credo Arimane cominciò ad operare non solo nell’ambito scientifico-tecnologico, ma anche in quello artistico, ispirando certi artisti, scrittori, filosofi, intellettuali, musicisti. Se l’arte era sempre stata l’anello di congiunzione tra il cielo e la terra, che possiamo ancora oggi contemplare ed ammirare nelle opere dei grandi artisti del passato anche recente, ora vediamo, l’impulso intellettuale di Arimane operare in modo da produrre opere che non si innalzano più verso la trascendenza. Così l’opera viene ridotta a puro oggetto estetico, ad un feticcio, a oggetto puramente concettuale, freddo, da fiera. Tele bucate, tagliate, violentate, readymade, performance di pura provocazione se non di volgarità: in vasi di urina con crocifissi imbevuti, orinatoi, baldacchini di carni tagliuzzate, mucchi di ossa di animali, animali squartati messi in formaldeide, animali imbalsamati, opere pornografiche e piene di blasfemia, eccetera. eccetera. Per farci riflettere? Per impressionare? Per colpire, per scandalizzare? Per provocare? No! Chi potrebbe mai scandalizzarsi davanti allo scenario apocalittico che incombe sull’umanità e sulla terra da più di un secolo? L’unico fine è far parlare di sé: è tutto calcolato, studiato con grande intelligenza e precisione da chi gestisce il nuovo sistema culturale dell’arte che gli consente di trasformare questi oggetti, o meglio feticci, in quotazioni di valore economico spropositato. per soddisfare i capricci dei nuovi arricchiti predatori e degli speculatori della finanza coloro , coloro che esportano dall’Africa dei disperati per sottopagarli e livellando sempre più in basso i diritti e i compensi delle masse lavoratrici ormai ridotte in schiavitù.ma soprattutto per far deviare l arte in una direzione contraria rispetto alla sua vera missione.Se Nietzsche fu forse inconsciamante il primo ad essere ispirato da Mefistofele nella seconda paerte della sua vita ormai obnubilato, Duchamp può essere considerato l’iniziatore di tale degrado e decadenza. Già Beuys aveva detto di lui che era un artista sopravvalutato: così divenne l’apripista dei nuovi artisti contemporanei, dei nuovi intellettuali, critici e curatori di regime, disposti a tutto pur di essere sul libro paga dei potenti che sostengono e promuovono creativi funzionali al sistema. La differenza del fare artistico sta io invece nel metodo nella continua ricerca, è distillato di vita cosciente: ricerca di libertà verso la verità che si sedimenta nel tempo nella relazione, nell’azione, nell’amore nella lotta contro l’ingiustizia sociale, nellla costruzione di luoghi di incontro, di ricerca, di socialità . Ecco perché abbiamo bisogno di creare insieme una nuova comunità di artisti che lavorano con umiltà, lontani da ogni forma di mercato, di sistema, con la consapevolezza che il fare artistico deve essere una via di conoscenza, un operare per innalzarsi ed innalzare sapendo che il nostro maestro e ispiratore potrà essere solo il Cristo con l’aiuto dell’arcangelo Michele, al quale dobbiamo affidarci totalmente perché ci dia la sua forza e la sua spada, perché la battaglia che da qui in avanti dovremo affrontare sarà durissima, una battaglia che si combatterà non più sul piano fisico ma nell’anima, nello spirito: sarà una lotta impari contro il drago del pensiero unico dominante. Intanto incamminiamoci sereni e fiduciosi, operiamo, seminiamo, coltiviamo perché non siamo soli; altri prima di noi hanno operato nella verità e nella libertà: Socrate, S. Francesco, Dante, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Bach, Beethoven, Wagner, Malher, Ghoethe, Novalis, Leopardi, Holderlin, Schiller, Dostoevskji, Soloviev, Nietzsche, Rudolf Steiner, Florescki, Cézanne, Beuys, Klein, Montale, Pasolini, De Dominicis, Olivetti e moltissimi altri, Da tempo ormai siamo al di là della storia, siamo già in un nuovo tempo di luce: scrolliamoci di dosso tutta la paura e la pesantezza del passato, apriamoci in questo nuovo tempo con nuovi pensieri perché questo è un tempo unico ed è in gioco la nostra salvezza o la nostra perdizione: ora tocca a noi agire, nessun altro lo farà per noi. Solo nel momento in cui noi con pensieri nuovi ci innalzeremo comincerà il tempo del ritorno, dell’ascesa. C’è stato un tempo della caduta, ma vi fu una ragione: sperimentare su questa terra le nostre tribolazioni ma anche lo sviluppo della coscienza, della libertà e dell’io. ora è giunto il tempo della risalita. Ed è per questo che le forze dell’ostacolo sono al massimo del loro sforzo, ci vogliono impedire l’innalzamento verso quell’uomo nuovo che tanto Nietzsche auspicava senza però indicarne una strada sicura e senza comprendere che il nuovo uomo non è altro che, come dice San Paolo, il Cristo in noi: è da qui che con grade speranza, cari amici artisti, dovremo ricominciare .

Roberto Dolzanelli